Un dolore al tallone o al tendine d’achille, sotto al ginocchio, ai lati del gomito, alle spalle, a volte durante il movimento, a volte anche di notte, magari accompagnato da dolore alla pressione e gonfiore, una tendinite che può apparire passeggera è spesso segno di una patologia cronica e degenerativa a carico di un tendine, soprattuto se associata a calcificazioni, speroni o entesopatie calcifiche..
Infatti, al contrario di quanto si credeva diversi anni fa, le patologie del tendine sono patologie croniche e degenerative e il dolore, così come il gonfiore o il versamento sono solo la punta dell’iceberg di patologie molto più radicate e presenti da tempo. Sottostimare la patologia del tendine, sia per lo sportivo che nella vita di tutti giorni, significa andare incontro a complicanze come la rottura del tendine, che più frequentemente avviene nel tendine d’Achille e nei tendini della cuffia dei rotatori della spalla oppure a modificazioni irreversibili dello stesso con necessità d’intervento chirurgico, spesso non risolutivo, sospensione prolungata dell’attività lavorativa e sportiva, impatti economici, peggioramento della performance e della qualità della vita.
In Fisiosport Medical Center trattiamo questa problematica non solo con lo stato dell’arto delle tecnologiee delle tecniche e secondo gli studi più recenti ma costruendo un progetto riabilitativo al cui centro c’è il paziente, attorno al quale ruotano tutti gli specialisti: il fisioterapista, il medico radiologo, il rieducatore funzionale, il medico fisiatra ed il preparatore atletico.
Può sembrare scontato ma per iniziare un fruttuoso percorso terapeutico si deve partire da una corretta diagnosi. Capita, a volte, che vengano trattate come patologie del tendine problemi a partenza dalla colonna vertebrale oppure di nervi periferici, ad esempio nel caso di epicondiliti (gomito del tennista e del golfista) o nelle fasciti plantari. Sarà il medico specialista a decidere se e quale metodica diagnostica sia più indicata, se l’ecografia, la risonanza magnetica o la TAC, se siano necessari esami del sangue oppure se eseguire dei semplici test fisici per valutare il tipo e il grado del danno al tendine
riduzione del dolore e dell’infiammazione: a secondo del tendine possono essere utilizzate, anche in combinazione tra di loro sia metodiche mediche come infiltrazioni ecoguidate con antinfiammatori ed anestetico, ozonoterpaia. sia terapie strumentali SIS (sistema superinduttivo), ovvero una metodica che blocca la trasmissione del dolore oppure laser ad alta potenza superpulsato, che blocca il dolore e l’infiammazione e comincia la riparazione del tendine. In alcuni casi, come le calcificazioni della cuffia dei rotatori, la calcificazione puà essere semplicemente vuotata e lavata in ambulatorio senza ricorrere all’intervento chirurgico.
rigenerazione del tendine: in questa fase l’obiettivo è “invertire” la deriva degenerativa del tendine ovvero sostituire il tessuto vecchio e malacico, causa di rotture, infiammazione e dolore, facendo rinascere un tendine sano dal tessuto normale e forte.
In questa fase si integreranno metodiche mediche, come le onde d’urto, una terapia strumentale rigenerativa o il dry needling, una particolare tecnica ecoguidata. Il ruolo principe lo avrà la rieducazione funzionale, ovvero eseguire degli esercizi che gli studi scientifici hanno dimostrato di aver la capacità di rigenerare e rinforzare il tendine. A seconda delle esigenze del paziente possono essere eseguiti con una continua assistenza in palestra, possono essere programmate delle sedute a cadenza settimanale per l’insegnamento degli esercizi per un’esecuzione autonoma oppure abbiamo la possibilità di seguire i pazienti nel proprio domicilio, tramite computer o smartphone. In alcuni situazioni, come ad esempio patologie dei tendini della cuffia dei rotatori della spalla è necessario un trattamento di medicina manuale o osteopatico ma è utilissima anche l’idrokinesiterapia, ovvero la terapia in acqua per il recupero dell’articolarità e del movimento.
Stabilizzazione dei sintomi e recupero delle performance motorie:
In questa fase lavoreremo con il rieducatore funzionale in palestra per riacquisire le skill sportive perse durante lo stop dettato dalla tendinosi, anche per correggere l’eventuale errore nel gesto tecnico che ha portato al problema (avvalendoci della run analysis) ma anche risolvendo eventuali criticità nella realtà lavorativa.
Che sia una patologia lavorativa che un infortunio nato dallo sport sarà essenziale stabilizzare il risultato ottenuto per evitare di tornare dopo qualche mese al punto di partenza: per questo si valuteranno eventuali ortesi, come plantari o tutori ed una consulenza nutrizionale che ci aiuti a fornire al tendine i giusti nutrienti. Nel caso di tendinosi nate da patologie del sistema endocrino, come diabete e tiroide il paziente verrà indirizzato al medico specialista nel campo